Inflazione in Grecia: tra ripresa economica e crisi domestica

Inflazione in Grecia: tra ripresa economica e crisi domestica
Grecia

La Grecia, una volta epicentro della crisi finanziaria europea, sembra aver raggiunto una certa stabilità economica, riuscendo a riacquistare la fiducia dei mercati internazionali. Tuttavia, questa ripresa apparente nasconde una realtà quotidiana ben diversa per le famiglie greche, che si trovano ad affrontare un’inflazione galoppante che minaccia di erodere i loro già fragili bilanci domestici.

La situazione viene descritta in modo chiaro dalle parole di Anna Petropoulou, una madre di tre figli, che nonostante un reddito familiare decente secondo gli standard greci, si trova ad affrontare un significativo aumento dei prezzi al supermercato. “Quello che spendo oggi per tre giorni di spesa era sufficiente l’anno scorso per una settimana intera”, confida Anna. Questo incremento dei prezzi si estende a tutti i settori: dal caffè al latte, dallo yogurt al pane, dalle uova al formaggio feta, tutto costa di più, molto di più.

Il Primo Ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, dichiara il successo economico del paese, citando una crescita rapida, un aumento dell’occupazione e un miglioramento delle finanze pubbliche. Tuttavia, per molti cittadini come Anna, questi risultati sembrano non riflettersi nella vita di tutti i giorni. Anche un recente aumento di stipendio, tanto atteso, si è rivelato inutile di fronte all’impennata dei prezzi, che ha annullato qualsiasi guadagno in termini di potere d’acquisto.

L’ufficio statistico greco ELSTAT ha registrato un aumento dei prezzi alimentari del 9,4% solo a settembre, e secondo Eurostat l’inflazione complessiva ha raggiunto il 3,9% in ottobre, superando la media della zona euro. I consumatori, sempre più cauti nelle loro spese, si trovano costretti a fare rinunce o a cercare offerte speciali, che spesso si rivelano di qualità inferiore o comunque troppo costose.

Grecia: quanto è grave la crisi attuale?

I venditori di mercato, d’altro canto, subiscono le conseguenze di un’estate calda seguita da piogge torrenziali che hanno danneggiato i raccolti e la qualità dei prodotti, con un impatto inevitabile sui prezzi. E non è tutto: l’aumento del costo del carburante ha ulteriormente aggravato la situazione, creando un circolo vizioso di prezzi alti e consumi in calo.

Le catene di supermercati greche stanno vedendo crescere i loro ricavi, ma a spese di una clientela che si orienta sempre più verso marche economiche e prodotti di base. L’olio d’oliva, elemento fondamentale della dieta greca, è diventato un bene di lusso, con un prezzo al litro che ha raggiunto cifre elevate, passando da €4,80 a oltre €10 o €11, e con prospettive di ulteriori aumenti data la scarsa qualità del raccolto attuale.

Di fronte a questa situazione, il governo greco ha cercato di intervenire stilando un elenco di 51 prodotti di base, dai cereali al latte, dallo yogurt alla pasta, dai legumi alla carta igienica, obbligando i supermercati a segnalare i prodotti più economici. Tuttavia, queste misure si sono rivelate solo parzialmente efficaci, come dimostra l’inarrestabile aumento dell’inflazione.

La situazione economica della Grecia rimane quindi complessa e articolata. Se da un lato il paese sembra aver riconquistato credibilità a livello internazionale, dall’altro le famiglie greche vivono quotidianamente le sfide di un costo della vita in continua crescita, che minaccia di riportarle indietro ai tempi bui della crisi finanziaria.